Giuseppe Acerbi e la Lapponia
Nemo profheta in patria sua (nessuno è profeta in patria), dice un noto detto latino. E questo proverbio è più che mai adatto a Giuseppe Acerbi, la cui figura, molto più conosciuta in Finlandia che in Italia, è fondamentale nella cultura del paese nordico e della Lapponia.
Inviso ai rappresentanti del Risorgimento italiano infatti, Acerbi, nato a Castel Goffredo, presso Mantova, nel 1816 accettò l’incarico di diretttore della Biblioteca italiana, rivista politicamente vicina a Vienna e ritenuta uno strumento della repressione austroungarica nel lombardo-veneto.
Acerbi assunse il ruolo di direttore della Biblioteca al posto di Ugo Foscolo, che aveva rifiutato tale funzione per le sue posizioni politiche. Nonostante l’erudizione e le spiccate capacità diplomatiche, l’immagine di Acerbi è dunque tuttoggi controversa e, come tale, è in Italia ingiustamente ignorata, mentre è ammirata e studiata in Finlandia.
Giuseppe Acerbi descrisse il suo viaggio a Capo Nord, svolto attraverso la Lapponia finlandese in compagnia di Bernardo Bellotti, figlio di un noto banchiere bresciano, nelle sue memorie, pubblicate in inglese alla fine del XVIII secolo (Travels through Sweden, Finland and Lapland, to the North Cape in the years 1798 and 1799). Acerbi mise per iscritto i testi di fiabe e canzoni popolari finlandesi, rendendosi partecipe attivo della dignità letteraria che la lingua finlandese andava assumendo negli ultimi anni di appartenenza politica del paese alla vicina Svezia. Descrisse inoltre con dovizia di particolari gli usi e i costumi dei Sami, di cui studiò la cultura durante la sua permanenza in Lapponia, e per primo mise per iscritto il lemma finaldese sauna.
Proprio per questo è ritenuto uno dei padri della poesia, della letteratura e della musica finlandese.
Lasciato l’incarico di direttore della Biblioteca italiana nel 1825, fu nominato console d’Austria in Egitto. Passò gli ultimi anni della sua vita nella città natale, dove si dedicò alla viticultura e alle sue tenute.